6 tecniche psicologiche per affrontare un colloquio di lavoro

Affrontare colloquio di lavoro

Affrontare un colloquio di lavoro

Per affrontare un colloquio di lavoro, certamente sono fondamentali la preparazione e la competenza personale. Al di là di questo aspetto imprescindibile, occorre però considerare altri aspetti più “silenti” ma ugualmente importanti.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che un colloquio di lavoro è innanzitutto una breve relazione interpersonale tra persone sconosciute. Valgono quindi le regole che governano l’interazione e la percezione sociale.

Oltre all’analisi del CV, della competenza e dell’esperienza del candidato, l’intervistatore sarà inevitabilmente e inconsapevolmente influenzato anche da fattori meno specifici. Questi fattori riguardano il modo di porsi, la modalità di stare in relazione, di interloquire, di sorridere, etc.

A questo proposito, vale la pena sottolineare che, in base agli studi effettuati, sembra che in media gli intervistatori prendano una decisione riguardo al candidato dopo soli quattro minuti dei trenta dedicati al colloquio. Questo significa che abbiamo poco tempo per dare una buona impressione al nostro valutatore. L’importanza dei comportamenti e del linguaggio verbale e non verbale durante il colloquio è stata dimostrata da una meta-analisi (ovvero una sintesi delle varie ricerche effettuate) pubblicata nel 2009 sul Journal of Applied Psychology. 

Per questo motivo la psicologia (in particolare la psicologia sociale) può esserci d’aiuto per affrontare un colloquio di lavoro al meglio, anche sotto il profilo relazionale. Esistono difatti comportamenti e modi di fare che sembrano essere più “attraenti” di altri agli occhi di chi ci è di fronte. Inutile dire che si tratta di quegli aspetti che, nei primi quattro minuti, possono giocare un ruolo fondamentale. Vediamo quali sono.

1# Rispecchia i comportamenti dell’interlocutore… ma non troppo

Si tratta di una tecnica di comunicazione non-verbale ormai nota. La tecnica, definita mirroring, si basa sul fatto che, se si osserva la comunicazione tra due amici intimi, si nota che essi tenderanno inconsapevolmente a utilizzare le stesse modalità meta-linguistiche.

Cosa significa? Significa che tenderanno a sincronizzare il loro ritmo linguistico, il tono di voce, la postura, i gesti, le espressioni facciali. Questo perché, essendoci tra loro grande empatia, verrà loro spontaneo “imitare” ognuno il linguaggio del corpo dell’altro. Si tratta di un processo inconscio, che in maniera implicita comunica appunto feeling, rapporto e vicinanza interpersonale.

Affrontare un colloquio di lavoro rispecchiando i comportamenti dell’intervistatore può quindi aiutarci a infondere in lui una sensazione di essere in sintonia. Ma cosa significa nel concreto? Se ad esempio l’intervistatore tende a gesticolare poco, anche il candidato dovrà cercare di fare altrettanto. Se al contrario l’intervistatore utilizza spesso la mano destra per sottolineare le proprie parole, anche il candidato potrà usare prevalentemente questa modalità gestuale. E ancora, se il valutatore parla in maniera tranquilla, scandendo bene le parole, anche il candidato dovrà fare altrettanto. In questo modo la nostra comunicazione comunicherà in maniera implicita empatia e feeling con l’intervistatore.

Ma attenzione: imitare eccessivamente i comportamenti dell’intervistatore può essere controproducente. Infatti questa ricerca pubblicata su Psychological Science ha rilevato che imitando in maniera eccessiva e soprattutto senza tenere conto del contesto può farci apparire poco competenti. Difatti non si può rispecchiare il linguaggio non verbale dell’intervistatore come se fosse un nostro amico, ma va applicata la giusta misura. Solo in questo modo trarremo vantaggio da questa tecnica.

2# Cerca di nascondere l’ansia e l’insicurezza

È naturale provare ansia e insicurezza durante un colloquio di lavoro. Si tratta di una situazione valutativa, nella quale un estraneo è lì per esprimere un giudizio e noi avvertiamo di avere poco controllo sulla situazione. Ovviamente ognuno di noi proverà più o meno ansia durante il colloquio, a seconda delle proprie caratteristiche personali, come la sensibilità al giudizio.

Sebbene tentare di nascondere le proprie emozioni non sia generalmente una modalità utile per il proprio benessere psicologico, contesti come quello di un colloquio di lavoro possono rappresentare un’eccezione. Sappiamo bene infatti che affrontare un colloquio di lavoro mostrandosi eccessivamente ansiosi o impacciati può influenzare negativamente l’esito del colloquio.

Una ricerca, infatti, ha dimostrato che i candidati che tendevano a nascondere le proprie emozioni negative erano valutati come più competenti rispetto a quelli che non si preoccupavano di nascondere l’ansia e l’insicurezza. I candidati che tendono a dare l’impressione di essere ansiosi hanno in genere un minore successo nel colloquio e verranno valutati meno positivamente dall’intervistatore.

Lo studio ha anche individuato le più comuni regole interne che i candidati si davano per gestire al meglio l’impressione che essi facevano sull’interlocutore, ad es.: “non mostrarti insicuro”, “non mostrarti annoiato o ansiosi in seguito a domande che non ti aspettavi”, “mostrati rilassato, anche se sei teso”, “cerca di apparire competente”.

3# Sorridi… ma solo in maniera genuina

Alla luce del consiglio precedente, qualcuno potrebbe pensare che sforzarsi di sorridere sia un ottimo modo per nascondere le proprie emozioni negative. Difatti è stato dimostrato che il sorriso, e in generale tutto il linguaggio del corpo che denota emozioni positive, tende a generare un’impressione positiva in chi ci ascolta. A quanto pare, però, questo vale soltanto per il sorriso genuino.

Sorridere in maniera finta, infatti, non sembra essere una buona strategia. Ce lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of nonverbal behavior, il quale ha dimostrato che i candidati che tendevano ad affrontare un colloquio di lavoro sorridendo in maniera poco spontanea erano giudicati dal valutatore in maniera più negativa.

Allo stesso modo, un’altra ricerca ha rilevato che i candidati che sorridevano in maniera naturale e spontanea venivano giudicati in maniera più positiva riguardo alla loro prestazione durante il colloquio. Cercare di mascherare le proprie emozioni negative con falsi sorrisi, quindi, non è una strategia che porta a buoni frutti.

4# Dialogo interno con se stessi

Una strategia che si è rivelata utile è quella del dialogo interno positivo. Ce lo rivela una ricerca del 2006, nella quale a un gruppo di soggetti veniva insegnato l’utilizzo del dialogo interno positivo prima di affrontare un colloquio di lavoro. Questo gruppo di soggetti aveva un più alto senso di auto-efficacia durante il colloquio e veniva valutato dagli intervistatori in maniera più positiva rispetto a un altro gruppo che non aveva ricevuto questo training.

Ecco alcuni esempi di dialogo interno positivo: “sono in grado di entrare nella stanza in maniera sicura”, “sono in grado di stringere la mano in maniera sicura”, “dopo essere stato invitato a sedermi, tutto ciò che devo fare è prendere posto”

4# Comportati come se fossi a tuo agio

Anche se non ti senti a tuo agio, comportati come se lo fossi. Affrontare un colloquio di lavoro apparendo a proprio agio aumenta la probabilità di essere valutati in maniera positiva.

La psicologa sociale Amy Cuddy, in una conferenza dal titolo Your body language shapes who you are (il tuo linguaggio del corpo veicola ciò che sei), sottolinea come la nostra presenza durante il colloquio è talvolta anche più importante del contenuto effettivo delle nostre risposte. Quando ci si comporta in maniera fiduciosa, autentica ed entusiastica, è più probabile che l’intervistatore sia disposto ad accettare la nostra candidatura.

5# Aiutati con l’immaginazione mentale

Per auto-indurre una condizione di agio e sicurezza, si è rivelato utile l’utilizzo delle immagini mentali. È ciò che è emerso da uno studio pubblicato sul Journal of managerial psychology. I soggetti che visualizzavano immagini mentali nelle quali loro erano a proprio agio, sicuri e rilassati, e che immaginavano un esito positivo del colloquio di lavoro, mostravano una migliore performance e minore stress durante il colloquio.

L’utilizzo delle immagini mentali è ampiamente usato dagli atleti per migliorare la loro performance, quindi risulta una tecnica che può aiutarci anche ad affrontare un colloquio di lavoro.

5# Controlla l’accento

Per quanto possibile, è utile cercare di ridurre il peso dell’accento nel nostro modo di parlare. Uno studio pubblicato sul British Journal of Psychology ha indagato il ruolo della pronuncia durante il colloquio di lavoro, trovando che si tratta di un aspetto che contribuisce all’impressione che si fa sull’intervistatore. I soggetti con maggiore inflessione regionale nel loro linguaggio erano valutati come meno competenti rispetto a coloro che parlavano in maniera più standard.

Lo studio è stato effettuato su soggetti tedeschi, ma con buona probabilità i risultati possono essere estesi anche alla popolazione italiana. Ovviamente non si tratterà di fare un corso di dizione, ma di sforzarsi di ridurre il nostro accento per quanto possibile.

6# Contatto oculare: la giusta misura

Una ricerca ha rivelato l’importanza del giusto contatto oculare durante il colloquio, soprattutto per le donne. Tuttavia viene spesso consigliato di mantenere il contatto oculare nella giusta misura. Troppo poco contatto oculare, infatti, comunica implicitamente che non siamo interessati al posto di lavoro. Al contrario, mantenere un contatto oculare troppo fisso veicola intimidazione e può generare nell’interlocutore meccanismi di difesa e irrigidimento.

 Immagine: Alex France

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

Per appuntamenti o informazioni:
Studio: Bologna, Via Umberto Giordano 11.
Tel.: 389-0443350
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