Benefici della musica: rilassamento e riduzione dello stress

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Chi più chi meno, tutti quanti abbiamo fatto esperienza dei benefici della musica. Sarà capitato a tutti di rilassarci e ridurre lo stress grazie all’ascolto di canzoni che ci piacciono particolarmente.

La letteratura su musica, cervello, stress e sistema immunitario è abbastanza cospicua. Ad esempio tempo fa avevo riportato i risultati di uno studio in base al quale l’ascolto della musica agiva direttamente su geni che miglioravano diverse funzioni cerebrali, come la memoria e l’attenzione.

Diversi studi hanno quindi riportato gli effetti positivi della musica sulla salute. Tuttavia si tratta nella maggior parte dei casi di ricerche condotte in laboratorio, quindi in ambienti molto controllati ma radicalmente differenti dai normali contesti quotidiani.

Uno studio di ricercatori tedeschi, recentemente pubblicato sulla rivista Psychoneuroendocrinology, ha invece indagato gli effetti della musica nella quotidianità, con risultati interessanti.

Questa la metodologia dello studio. A 55 studenti universitari veniva chiesto di ascoltare musica tramite uno speciale iPod per cinque giorni all’inizio del semestre e, successivamente, per cinque giorni durante la fine del semestre, ovvero in periodo di esami. Durante questi cinque giorni ogni studente valutava la sua esperienza con l’ascolto della musica e il livello di stress per quattro volte al giorno. Inoltre un sottocampione forniva campioni di saliva per l’analisi dei livelli salivari di cortisolo, l’ormone dello stress. I livelli di stress venivano quindi valutati sia soggettivamente, chiedendo ai soggetti quanto si sentivano stressati, che oggettivamente attraverso i livelli salivari di cortisolo.

Per quale motivo ascolti la musica?

In base a questa ricerca, si tratta di una domanda cruciale relativamente alla capacità della musica di ridurre lo stress. La riduzione dello stress era infatti particolarmente evidente quando i soggetti ascoltavano musica con l’obiettivo di rilassarsi. In questi casi, gli studenti riportavano minori livelli di stress, un dato confermato anche a livello fisiologico dalla diminuzione del livello salivare di cortisolo.

Non era quindi la percezione della musica come particolarmente rilassante a determinare il suo effetto anti-stress, quanto il motivo per cui la si ascoltava. Da questo punto di vista, quindi, una canzone heavy-metal, difficilmente percepibile come rilassante, poteva favorire una riduzione dello stress e un aumento del rilassamento se ascoltata con il preciso intento di rilassarsi.

Al contrario, ascoltare la musica con l’obiettivo di distrarsi aumentava lo stress. Considerando le ricerche precedenti, gli autori propongono un’ipotesi interessante secondo la quale la musica può aiutare a distrarsi nei momenti di stress acuto, mentre sortisce l’effetto contrario nei periodi di stress più continuativo. Nel caso dello studio in questione, infatti, i soggetti erano in periodo di esame, quindi erano sottoposti a uno stress più di lunga durata.

Durante i periodi continuativi di stress generalmente abbiamo molti pensieri legati alle preoccupazioni. Nel caso degli studenti della ricerca è presumibile che avessero spesso preoccupazioni legate agli esami: “ce la farò?”, “avrò studiato abbastanza?”, “sarà difficile l’esame?”, etc.

Sappiamo che tentare di evitare le preoccupazioni di questo tipo non è un’ottima idea. Non ha molto senso imporsi di non pensare a qualcosa che ci dà fastidio, anzi è controproducente e generalmente produce l’effetto contrario, aumentando i livelli di frustrazione e l’impatto dei pensieri disturbanti sulla nostra vita emotiva.

Ecco quindi una ragione per la quale l’ascolto della musica come distrattore non riduce, anzi amplifica lo stress. Si cerca di scacciare via i pensieri con l’aiuto della musica, senza riuscirci.

Al contrario, usare la musica come strategia di rilassamento presuppone un atteggiamento differente nei confronti dei propri pensieri e delle proprie preoccupazioni. Un atteggiamento in base al quale non bisogna stoppare o eliminare i pensieri, ma cambiare il nostro modo di reagire ad essi.

Se volessimo dirla in altri termini, è come se la musica ascoltata con l’obiettivo di rilassarsi favorisse un atteggiamento “mindful”, quindi una posizione di distanza e accettazione non giudicante dei propri pensieri.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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