Conflitti di coppia: la nostra risposta emotiva dipende dalle cure materne ricevute

Conflitto di coppia

Attaccamento genitore-bambino e sviluppo emotivo

Ognuno di noi vive le emozioni in maniera differente in base al grado di attivazione, al modo di esprimerle, alla capacità di regolarle e di accettarle. Ciò è dovuto, oltre ai fattori innati legati al temperamento, anche e soprattutto all’ambiente di vita nel quale siamo cresciuti. In particolare la ricerca psicologica ha da anni identificato la relazione che nei primi anni di vita si instaura tra il bambino e il genitore come una delle variabili che maggiormente influenzano lo sviluppo emotivo del bambino.

Una delle motivazioni di base del bambino (e più tardi dell’adulto) è infatti quella dell’attaccamento, il quale permette al piccolo umano di ricercare la vicinanza con il genitore in quanto fonte protezione dal pericolo. Si tratta di una caratteristica comune a tutti i mammiferi, i quali si caratterizzano per una totale dipendenza del piccolo dal genitore. Una relazione genitore-bambino efficace permette al piccolo di imparare col tempo a regolare le sue risposte emotive, ovvero di riuscire ad attivare le proprie emozioni in maniera funzionale al contesto e di riconoscerle e viverle adeguatamente senza farsi travolgere. Una relazione di questo tipo è denominata attaccamento sicuro. Al contrario, una relazione genitore-bambino meno sensibile determinerà nel piccolo, in misura più o meno maggiore, un’esagerazione dell’espressione di determinate emozioni o, al contrario, un’eccessiva inibizione emotiva. Una relazione genitore-bambino di questo tipo è definita attaccamento insicuro. In questo caso, il bambino tenderà a sviluppare alcune emozioni particolarmente critiche, difficili da regolare o da riconoscere. Questo aspetto inevitabilmente influirà anche sulla vita relazionale della persona.

Proviamo ad esempio a rievocare un episodio di conflitto con il nostro partner, cercando di identificare l’emozione che abbiamo provato e soprattutto come l’abbiamo provata. Quali erano le sensazioni fisiche collegate all’emozione? Quanto erano presenti in una scala da 1 a 10? Quanto ci sentivamo attivati? Quanto eravamo in balia della nostra emozione? Ognuno di noi ovviamente risponderà in maniera differente, in quanto ognuno ha una differente modalità di vivere le emozioni legate al conflitto di coppia. Qualcuno si sarà sentito più sopraffatto dal suo stato emotivo, più attivato, più coinvolto, qualcuno meno.

Il grado di attivazione emotiva è chiamato tecnicamente arousal, e si riferisce alla risposta viscerale del nostro organismo durante lo stato emotivo, risposta governata dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema simpatico. Il sistema simpatico regola le risposte di attacco/fuga, attivandosi in condizioni di pericolo e contribuendo a velocizzare la risposta motoria. D’altro canto, esso comporta una parziale inibizione degli aspetti più razionali governati dalla corteccia cerebrale. Durante un conflitto di coppia alcuni reagiranno con una maggiore attivazione del sistema di attacco/fuga, vivendo quindi l’emozione in maniera più viscerale e con minore capacità di controllo.

Cure materne e risposta emotiva ai conflitti di coppia

Una recente ricerca pubblicata su Psychological Science ha confermato che queste diverse risposte emotive durante i conflitti di coppia sono dovute alla qualità delle cure materne ricevute. Si tratta di uno studio longitudinale, dal momento che i partecipanti alla ricerca venivano seguiti ripetutamente nel tempo. Nello specifico, 37 soggetti sono stati seguiti dall’infanzia fino all’età adulta, per una durata variabile dai 33 ai 37 anni.

Per ogni soggetto è stata valutata la qualità delle cure materne ricevute (sensibilità materna) attraverso ripetute osservazioni dell’interazione con la madre durante la loro infanzia. Da adulto, ogni partecipante è stato poi testato durante un episodio di discussione con il proprio partner. In particolare, il soggetto discuteva per 8 minuti con il partner su una problematica conflittuale riguardante il loro rapporto. Durante questo episodio di conflitto, ai soggetti venivano applicati degli elettrodi per la misurazione della loro conduttanza cutanea. Uno dei più affidabili indicatori di attivazione del sistema nervoso simpatico è infatti il cambiamento nelle proprietà elettriche della pelle, la quale in situazioni di maggiore arousal diviene maggiormente conduttrice di elettricità.

I risultati indicavano che a una maggiore sensibilità materna durante l’infanzia corrispondeva una minore attivazione elettrodermica durante l’episodio conflittuale con il partner. Detto in altre parole, interazioni madre-bambino efficaci comportavano nell’adulto una maggiore capacità di regolare le proprie emozioni durante il conflitto di coppia. Al contrario, i soggetti che durante l’infanzia avevano ricevuto cure materne meno sensibili e meno supportive mostravano, durante l’episodio di conflitto, una maggiore conduttanza cutanea, ovvero un’attivazione emotiva maggiore. Ciò significa che i soggetti che avevano sperimentato legami con la madre più insicuri vivevano le proprie emozioni legate al conflitto di coppia in maniera più viscerale, con maggiore attivazione del sistema di attacco-fuga. Il ruolo delle cure materne nel predire il grado di attivazione emotiva durante il conflitto di coppia era inoltre indipendente dalla qualità della relazione.

Questo studio suggerisce quindi che chi ha sperimentato un attaccamento con il genitore (in questo caso la madre) di tipo insicuro, tende a vivere il conflitto di coppia con un maggiore senso di pericolo. Ciò ovviamente influirà sul modo di gestire il conflitto, soprattutto considerando che l’attivazione del sistema di attacco-fuga comporta una diminuzione della capacità di riflettere in maniera razionale sul proprio stato emotivo e di controllare la propria risposta emotiva.

Immagine: David Castillo Dominici, FreeDigitalPhotos

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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