Le conseguenze del bullismo sono più gravi dell’abuso
Conosciamo bene gli effetti devastanti dell’abuso infantile sulla psiche del bambino e, successivamente, dell’adulto. I maltrattamenti emotivi e fisici, la negligenza e l’abuso sessuale aumentano considerevolmente il rischio che il bambino sviluppi in seguito depressione, ansia, abuso di sostanze e disturbi di personalità.
Sappiamo anche che l’abuso ha effetti irreversibili a livello cerebrale, influenzando il sistema dello stress e le reti neuronali che controllano il comportamento e la regolazione emotiva.
Oltre all’abuso subito all’interno della famiglia, il bambino crescendo è potenzialmente esposto a un’altra fonte di violenza, questa volta perpetrata dai pari: il bullismo. In questo caso, si tratta di comportamenti violenti e ripetitivi messi in atto da uno o più coetanei che hanno maggior potere sulla vittima. Quello della violenza da parte dei pari è un fenomeno verso il quale riporre attenzione, se consideriamo che circa un bambino su tre è vittima di episodi di bullismo.
Gli studi indicano che le conseguenze del bullismo in età adulta sono simili a quelle derivanti dall’abuso: ansia, depressione, comportamenti auto-lesivi e suicidari, e a livello biologico alterazione della risposta da stress e aumento di processi infiammatori.
Uno studio recentemente pubblicato su The Lancet Psychiatry ha fornito dei dati sconvolgenti:
Le conseguenze del bullismo per la salute psicologica sono persino peggiori di quelle provocate dall’abuso
I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da due campioni, un campione inglese di 4026 bambini e un campione americano di 1420 bambini. Entrambi i campioni sono stati ripetutamente seguiti nel tempo dall’infanzia fino alla prima età adulta.
I risultati indicavano, come già evidenziato da precedenti studi, che aver subito episodi di bullismo comportava un rischio maggiore di sviluppare disturbi psicologici.
Ma soprattutto, rispetto agli effetti del maltrattamento infantile, gli effetti del bullismo per la salute psicologica erano più gravi. In particolare, le vittime di bullismo presentavano un rischio cinque volte maggiore di sviluppare disturbi ansiosi e due volte maggiore di sviluppare sintomi depressivi e comportamenti auto-lesivi, rispetto ai bambini che avevano subito altri tipi di maltrattamento.
È da notare che il 40% dei bambini vittime di bullismo erano anche contemporaneamente stati vittime di abuso. Non era tuttavia il maltrattamento familiare a fare la differenza, dal momento che il bullismo rappresentava un potente fattore di rischio indipendente.
Le ragioni del maggior effetto negativo del bullismo sono probabilmente da ricercare nel fatto che la vittima ha meno supporto sociale, dal momento che spesso tende a non parlarne per vergogna o paura e non ha quindi modo di elaborare l’episodio, neppure in maniera rudimentale.
Questo studio suggerisce, se ce ne fosse bisogno, che occorre concentrare gli sforzi verso interventi precisi che permettano di contrastare il fenomeno del bullismo, prevenirlo e sensibilizzare adeguatamente famiglie, insegnanti e alunni. Se infatti esistono politiche attente al maltrattamento, riguardo al bullismo è stato fatto ancora troppo poco, sebbene come abbiamo visto i suoi effetti sembrano devastanti.
Le scuole dovrebbero essere attrezzate per far sì che il bambino non si senta isolato di fronte alla minaccia, ma abbia spazi di risoluzione efficaci. Ricordiamo infatti che è il senso di impotenza di fronte all’evento negativo a far sì che l’episodio venga vissuto in maniera traumatica. Avere invece la percezione di poter reagire, di poter affrontare la situazione, aiuta ad elaborare l’evento in maniera efficace. Bloccare la traumaticità degli episodi di bullismo appare quindi una priorità sulla quale lavorare.