Curare la depressione: la mindfulness è efficace nei casi resistenti ai farmaci

Curare la depressione

La depressione è oggi uno dei problemi psichici più diffusi e una delle principali cause di disabilità nel mondo. Ci riferiamo al disturbo depressivo maggiore, caratterizzato da profondo umore depresso, perdita degli interessi, affaticamento psicofisico, problemi del sonno, difficoltà di concentrazione e vissuti di inutilità o di colpa.

Sebbene esistano trattamenti psicologici e farmacologici che si sono rivelati efficaci nel curare la depressione, una percentuale tutt’altro che trascurabile di pazienti non trae beneficio da queste forme di trattamento. Da un lato esistono pazienti che non migliorano significativamente a seguito di interventi farmacologici o psicoterapeutici usuali. Dall’altro il tasso di ricadute depressive in coloro che hanno tratto qualche beneficio dalla terapia resta un fattore non trascurabile, soprattutto in coloro che dopo il trattamento continuano a presentare sintomi più lievi.

Da alcuni anni è stato messo a punto un protocollo di trattamento per la depressione che è stato ripetutamente validato empiricamente: la terapia cognitiva basata sulla mindfulness. Si tratta di un tipo di psicoterapia cognitiva di gruppo, basata sulla meditazione, della durata di 8 settimane. Il termine mindfulness, oggi molto in voga, si riferisce a un particolare stato mentale di consapevolezza della propria vita interiore (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche). Essere mindful significa vivere nel momento presente la propria vita mentale attraverso un atteggiamento non giudicante nei confronti dei propri pensieri e delle proprie emozioni, caratterizzato dall’accettazione.

Proviamo con un esempio. Se penso di me stesso “sono un fallito”, il problema non è tanto il fatto che io abbia quel pensiero, ma il fatto che io sia FUSO con quel pensiero. Vale a dire che, per il semplice fatto di pensarlo, lo prendo come una verità su di me, reagendo di conseguenza (abbattimento, sconforto, mancanza di speranza…). La chiave è quella di favorire una DEFUSIONE, ovvero una presa di distanza tra noi e i nostri pensieri (oppure le nostre emozioni o le sensazioni fisiche).

Le terapie basate sulla mindfulness favoriscono quindi queste abilità di distanziamento e accettazione della propria vita mentale. Non a caso si tratta di forme di trattamento oggi consigliate dalle linee guida internazionali sul trattamento dei disturbi depressivi.

Un’ulteriore convalida dell’utilità della psicoterapia basata sulla mindfulness proviene da un recente studio condotto da ricercatori italiani e pubblicato su Psychiatry Research, il quale ha rilevato due aspetti:

  1. la terapia basata sulla mindfulness rappresenta effettivamente un valore aggiunto specifico, aumentando la remissione nei pazienti depressi resistenti ai farmaci;
  2. i benefici si mantengono nei 6 mesi successivi alla conclusione del trattamento.

Il fondamentale merito dello studio è la metodologia adottata dai ricercatori, la quale ha permesso di identificare gli effetti specifici del protocollo di mindfulness. I ricercatori hanno assegnato casualmente due gruppi di pazienti depressi (i quali non avevano tratto beneficio dalla cura farmacologica) a due tipologie di intervento psicologico di gruppo. Il primo gruppo effettuava un intervento di psicoterapia cognitiva basata sulla mindfulness, mentre il secondo gruppo effettuava un intervento di psicoeducazione il quale comprendeva informazioni sul disturbo depressivo maggiore e inviti a praticare attività fisica.

L’aspetto metodologico rilevante risiede nel fatto che le due forme di intervento erano strutturate in maniera tale da differire principalmente per il fatto che nel primo gruppo venivano introdotte le tecniche di mindfulness, assenti nel secondo gruppo. Per il resto, i due tipi di intervento risultavano piuttosto simili. In questo modo è stato possibile distinguere gli effetti specifici delle tecniche di mindfulness.

Rispetto al gruppo psicoeducativo, il gruppo mindfulness mostrava un significativo miglioramento dei sintomi depressivi e riportava un aumento della qualità della vita. Questi effetti positivi continuavano a persistere anche dopo 6 mesi dal termine del trattamento.

In base ai risultati di questo studio possiamo affermare che sono specificamente le abilità di mindfulness a fare la differenza, aumentando il benessere e riducendo i sintomi depressivi dei pazienti. Sebbene la ricerca in questione abbia seguito i pazienti per 6 mesi, non possiamo ovviamente escludere che i benefici si mantengano anche oltre. Sarà la ricerca futura a darci una risposta ancora più attendibile su questi aspetti.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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Studio: Bologna, Via Umberto Giordano 11.
Tel.: 389-0443350
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