Il benessere psicologico è importante nella prevenzione dell’ictus
Sappiamo che il benessere psicologico ed emotivo ha conseguenze positive anche nei confronti delle patologie organiche. Pensare infatti che la mente e il corpo siano due entità distinte è un concetto errato sotto tutti i punti di vista.
Soprattutto, la ricerca ha da tempo dimostrato che il benessere psicologico, e quindi la nostra vita emotiva, ha ripercussioni sul sistema immunitario, sulla salute cardiaca, sull’invecchiamento, sui tumori e persino sul DNA (a tal proposito, leggi anche questo articolo).
Una delle principali cause di morte e di disabilità è sicuramente quella derivante da patologie ischemiche. Tuttavia, pochi studi hanno indagato il ruolo del benessere psicologico nella prevenzione dell’ictus.
Un recente studio pubblicato su Health Psychology ha colmato questa lacuna. Gli autori hanno indagato il ruolo del benessere psicologico attraverso il concetto di vitalità emotiva. Con questo termine ci riferiamo al senso di avere un’energia positiva, all’abilità di regolare le proprie emozioni e i propri comportamenti e alla sensazione di essere pienamente coinvolti, interessati e impegnati nel proprio vivere.
La vitalità emotiva permette inoltre di avere fiducia nelle proprie capacità di fronteggiamento degli eventi negativi. È ovvio che un atteggiamento di questo genere è ampiamente protettivo nei confronti di ansia e depressione.
La ricerca
Lo studio è stato condotto su 6019 soggetti dai 25 ai 74 anni, i quali sono stati seguiti nel tempo per una media di 16 anni. I risultati indicavano che coloro che, in base a uno strumento di misurazione specifico, mostravano una più alta vitalità emotiva, avevano un rischio ridotto di sviluppare ictus dell’89%. In particolare, ad ogni unità di aumento della vitalità emotiva corrispondeva un rischio di ictus ridotto dell’11%.
Questo dato restava costante anche dopo aver preso in considerazioni eventuali fattori di rischio individuali rispetto alle patologie cardiovascolari (età, stili di vita, colesterolo, pressione sanguigna, diabete, attività fisica…). Si tratta quindi di un effetto benefico specifico del benessere psicologico, espresso come vitalità emotiva. Il funzionamento emotivo positivo agiva quindi in senso profilattico nei confronti del rischio di patologie ischemiche.
Ma perché la vitalità emotiva è così importante? I fattori chiamati in causa sarebbero molteplici.
Il funzionamento psicologico positivo in genere porta il soggetto a mettere in pratica altre abitudini salutari che riducono il rischio di ictus.
Inoltre una persona con buona vitalità emotiva avrà anche una migliore vita relazionale, un miglior funzionamento sociale e maggiori risorse psicologiche da impiegare nei momenti di stress.
Infine, il benessere psicologico comporta anche, come abbiamo detto, conseguenze positive a livello strettamente biologico: migliore risposta immunitaria, maggiore produzione di antiossidanti, migliore qualità del sonno…).
Questo studio, insieme alle numerose ricerche precedenti che hanno ampiamente dimostrato quanto sia importante favorire il benessere psicologico, è importante perché suggerisce che la prevenzione delle patologie ischemiche dovrebbe passare anche per il lato psicologico-emotivo. È stato rilevato che la depressione, che è al momento la seconda causa di disabilità nel mondo, è anche associata a un maggiore rischio di patologie ischemiche.
Il benessere psicologico, quindi, ha risvolti non soltanto fini a se stessi, ma anche nei confronti della spesa pubblica, agendo da fattore profilattico nei confronti di vari disturbi fisici.