La tristezza è l’emozione che dura di più: ecco perché.
Le emozioni sono eventi psicologici mai statici, dal momento che presentano fluttuazioni e modificazioni nel tempo. Noi distinguiamo le emozioni dall’umore perché l’emozione è direttamente causata da un evento, che può essere esterno (ad esempio il capo mi chiama urgentemente per un colloquio) o interno (ad esempio mi ritorna alla mente un ricordo spiacevole). L’umore invece è uno stato affettivo di fondo che (nell’esperienza di chi lo vive) non ha particolari relazioni con ciò che è accaduto. Ecco perché distinguiamo la normale tristezza dall’umore depresso. Essere tristi per essere stati lasciati dalla compagna o dal compagno è ben diverso dall’essere depressi, giù di tono, o dal sentirsi dei falliti. In questo secondo caso, infatti, chi vive questo umore non riesce a collegarlo a qualcosa di realmente successo, semplicemente per lui è così ed è sempre stato così.
Da vari studi sappiamo che la tristezza è l’emozione che tende a durare di più, mentre emozioni come la vergogna, il disgusto o la paura sono relativamente di breve durata. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Motivation and Emotion ha permesso però di fare luce sul perché alcune emozioni (come appunto la tristezza) risultano di più lunga durata.
A 233 studenti è stato chiesto di rievocare recenti episodi durante i quali hanno provato una determinata emozione, chiedendo anche di indicare quanto l’evento scatenante fosse importante per loro e le strategie messe in atto per regolare le loro emozioni. In totale, sono state analizzate 27 emozioni. Ecco la tabella (in inglese) riportante la durata media di ogni emozione.
Come si vede, la tristezza era l’emozione che durava di più, dal momento che la sua durata media era di 120 ore. All’estremo opposto, vergogna, paura, umiliazione e disgusto erano le emozioni di più breve durata (da mezz’ora a un’ora). Emozioni come l’odio e la gioia avevano invece una durata media di, rispettivamente, 60 e 35 ore.
La scoperta più interessante riguarda però il motivo per cui alcune emozioni come la tristezza durano maggiormente. I ricercatori hanno rilevato che un primo fattore riguardava l’evento scatenante, che nel caso delle emozioni di più breve durata era ritenuto meno importante dai soggetti rispetto alle emozioni più lunghe. Inoltre, emozioni come la tristezza tendono ad essere affrontate attraverso la ruminazione. Si tratta di un processo psicologico che porta a pensare ripetitivamente alle cause e alle conseguenze del proprio stato emotivo negativo e dei propri problemi (“perché reagisco sempre così?”, “perché il mondo è così ingiusto con me?”, “capitano tutte a me”, “come farò ad uscirne?”…). È stato infatti dimostrato che l’attenzione costante agli eventi che hanno scatenato una reazione emotiva tende a mantenere attiva quell’emozione, che sia essa positiva (come la gioia) o negativa (come la tristezza).
Questo studio sottolinea ancora una volta l’importanza delle modalità di regolazione delle emozioni nel benessere soggettivo. Inoltre abbiamo un’altra conferma che rimuginio e ruminazione sono due aspetti importanti da tenere in considerazione quando si parla di ansia o depressione. Non a casa la psicoterapia cognitiva pone molta importanza anche a questi aspetti, aiutando la persona a tenerne conto e a gestire in maniera più funzionale i propri stati emotivi.