L’impatto di Facebook sull’immagine corporea e l’umore delle ragazze

Donna facebook

La teoria del confronto sociale di Festinger prevede che, in assenza di un criterio oggettivo, abbiamo la tendenza a confrontare noi stessi e la propria vita con quella degli altri, in modo da arrivare a un’auto-valutazione. Essendo gli altri simili a noi, infatti, siamo portati a rapportarci a loro per percepire meglio ciò che siamo.

Uno degli aspetti che, soprattutto le donne, tendono a confrontare con gli altri è sicuramente l’aspetto corporeo. A questo proposito, le teorie socio-culturali postulano infatti che l’insoddisfazione per la propria immagine corporea emerge nel momento in cui la persona confronta ripetutamente il proprio aspetto con quello degli altri.

È facile immaginare quanto i social network possano incentivare questi confronti. I dati, tra l’altro, indicano che i social media sono maggiormente utilizzati dalle donne, le quali allo stesso tempo sono anche più inclini (come abbiamo detto) a sperimentare sentimenti di insoddisfazione per il proprio corpo.

Facebook, che con i suoi 1.3 miliardi di utenti nel mondo è il più popolare social network, sembra essere anche quello intrinsecamente più incline a favorire il confronto tra il proprio corpo e quello degli altri. La filosofia di Facebook, infatti, ruota molto intorno all’esposizione della propria immagine (prevalentemente del viso), con 10 milioni di nuove foto aggiunte ogni giorno dagli utenti. Ci si potrebbe chiedere, quindi, che effetto può avere questo social network sull’umore e sull’immagine corporea delle ragazze che lo utilizzano.

È quanto ha indagato una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Body Image. 112 studentesse di età compresa tra i 17 e i 25 anni venivano assegnate casualmente a tre gruppi. Il primo gruppo doveva consultare per 10 minuti il proprio profilo Facebook, il secondo un sito di moda, il terzo un sito neutro, ovvero senza elementi che potessero stimolare la propria immagine corporea. Sia prima che dopo questi 10 minuti trascorsi on-line, le ragazze riportavano il loro umore e il loro grado di soddisfazione per il proprio corpo. Alla fine dei 10 minuti alle ragazze veniva inoltre somministrato un test che valutava il grado di auto-discrepanza del loro aspetto, ovvero la differenza tra come si vedevano e come avrebbero voluto essere. Infine, una settimana dopo la sperimentazione le ragazze completavano un questionario riguardante la loro generale tendenza a confrontare il loro aspetto con quello degli altri.

Il primo risultato era relativo all’umore: le ragazze che avevano trascorso i 10 minuti su Facebook riportavano un umore più negativo rispetto alle ragazze che avevano trascorso il tempo su un sito neutro. Questo dato, già emerso in altri studi, è probabilmente dovuto al fatto che Facebook permette il confronto con gli altri su varie dimensioni, oltre all’aspetto fisico, come lo status sociale e le esperienze di vita. È facile quindi che le ragazze finiscano per valutare i propri contatti su Facebook come più felici, reagendo di conseguenza con un umore più negativo.

Inoltre, dopo il tempo trascorso su Facebook, le ragazze con più alta tendenza a confrontare il proprio aspetto con quello degli altri sperimentavano maggiore discrepanza per il proprio viso, i propri capelli e la propria pelle. Ciò significa che queste ragazze erano più insoddisfatte riguardo a questi aspetti della propria immagine corporea. L’impatto di Facebook sulla soddisfazione corporea delle ragazze non è quindi diretto, come per l’umore, ma passa per la loro tendenza a fare confronti fisici con le altre ragazze.

Utilizzando una metodologia differente, un’altra recente ricerca condotta su 227 ragazze aveva già rilevato che a un utilizzo maggiore di Facebook si associava una maggiore presenza di insoddisfazione riguardo al proprio aspetto corporeo. Ciò perché queste ragazze, su Facebook, avevano più opportunità di confrontare il proprio aspetto con quello delle altre. Questi confronti, inoltre, possono essere ancora più potenti su Facebook dal momento che vengono fatti con altre ragazze alla pari, che nella maggior parte dei casi si conoscono personalmente.

Queste ricerche aiutano gli specialisti che lavorano nella prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare a prendere nella giusta considerazione il ruolo dei social media nello sviluppo o nel mantenimento di problematiche legate al proprio aspetto corporeo. È noto, infatti, che l’insoddisfazione per il proprio aspetto corporeo può rappresentare l’anticamera dei veri e propri disturbi del comportamento alimentare.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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