“ReThink”: come combattere il cyberbullismo con un’app

ReThink - cyberbullismo

Oggi si parla molto di cyberbullismo, una nuova forma di violenza psicologica che si avvale della rete (e spesso dell’anonimato che questa offre) per perpetuare sulla vittima tipologie diverse di offesa, attacco e denigrazione.

Il bullismo può avere effetti devastanti sulla vittima, soprattutto se consideriamo che si tratta generalmente di adolescenti. La ricerca ha dimostrato che il cyberbullismo è una delle principali cause di suicidio tra gli adolescenti. Fattori come l’anonimato e la possibilità di umiliare la vittima di fronte a una moltitudine di persone possono rendere il cyberbullismo anche più grave del bullismo tradizionale.

È quello che è accaduto nel 2013 a Rebecca Sedwick, una ragazzina di 12 anni della Florida che si è tolta la vita a seguito a ripetuti episodi di bullismo perpetuati da compagne di classe.

Trisha Prabhu

Trisha Prabhu, la studentessa quindicenne ideatrice di “ReThink”

È proprio a seguito della lettura di questa notizia che Trisha Prabhu, una ragazza di 15 anni dell’Illinois, ha deciso di dare il suo concreto contributo per combattere il cyberbullismo. Lo ha fatto con un’idea geniale. La ragazza ha infatti creato un’app, dal nome “ReThink” (ripensaci), che dà la possibilità a chi sta per scrivere messaggi offensivi di pensarci due volte prima di farlo.

L’app è in grado di riconoscere quando l’utente sta digitando frasi potenzialmente offensive all’interno di un social media, e avvisa con un pop-up il quale che “Questo messaggio può essere offensivo per gli altri. Sei sicuro di voler postare questo messaggio?”.

“ReThink” si avvale di un database di termini potenzialmente offensivi. Tuttavia, l’algoritmo è in grado di riconoscere i vari contesti all’interno dei quali le varie parole potenzialmente dannose vengono utilizzate. Ad esempio, l’applicazione è in grado di distinguere tra “Odio i SUV” e “Ti odio”, frasi che indicano due scenari completamente differenti.

rethink cyberbullismo

Ecco cosa appare quando “ReThink” riconosce un messaggio offensivo

Trisha Prabhu ha testato l’applicazione su 300 studenti. A quanto pare, quando un utente viene posto di fronte alla possibilità di riflettere su quello che sta scrivendo, il 93% delle volte ci ripensa. Difatti la percentuale di messaggi offensivi è scesa dal 71% al 4%, a seguito dell’utilizzo dell’applicazione.

Il funzionamento di “ReThink” ha anche una base scientifica, se si considera quello che sappiamo circa lo sviluppo cerebrale. Il cervello in corso di maturazione dell’adolescente, infatti, è caratterizzato in generale da una maggiore impulsività e una minore riflessività circa i propri comportamenti.

In questo senso, quindi, “ReThink” risulta un ausilio in grado di aumentare la valutazione delle conseguenze delle proprie azioni, costringendo il giovane utente a prendersi un attimo per pensare, prima di agire.

Per ora si tratta di un’applicazione non tradotta in italiano, ma risulta sicuramente uno strumento promettente. Se i vari social media in futuro la integrassero di default nei loro algoritmi, probabilmente potrebbe risultare un valido aiuto contro il cyberbullismo.

Ad oggi, difatti, l’unico modo per difendersi dal bullismo in rete è quello di segnalare, a posteriori, un messaggio come offensivo o denigratorio. Ciò non è assolutamente un valido antidoto, in quanto molti adolescenti non segnalano per timore e, soprattutto, farlo a posteriori significa avere già subito l’offesa.

La ragazza ideatrice dell’applicazione ha inoltre dichiarato di non avere intenzione di monetizzare la sua idea, dichiarando che

nessuno dovrebbe pagare per essere al sicuro su internet

In conclusione, “ReThink” si basa su un’idea semplice quanto geniale. Come spesso accade, le soluzioni semplici possono anche essere le più efficaci.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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Tel.: 389-0443350
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