Teorie del complotto: ecco i danni sociali che causano

Teorie del complotto

Le teorie del complotto sono varie, ma tutte postulano l’esistenza di individui, organizzazioni o gruppi che tramano segretamente con lo scopo di raggiungere degli obiettivi loschi, inquietanti, sinistri.

Oggi, complici i social network come Facebook e la proliferazione di siti che, sistematicamente, pubblicano articoli sensazionalistici e privi di fondamento con lo scopo di guadagnare dalla pubblicità, il numero di persone che credono in implausibili teorie del complotto è sicuramente aumentato.

Già, perché in molti casi il complottismo fa anche business. Cavalcando l’onda delle teorie del complotto, qualcuno ha scoperto che ci si può arricchire.

Una teoria fra tutte: la nota teoria delle scie chimiche, assolutamente priva di fondamento. Alcune volte le teorie del complotto sono anche più pericolose. Basti pensare alla (tuttora in auge) teoria secondo la quale i vaccini causerebbero l’autismo, teoria smentita dalla ricerca scientifica. In questo caso, le conseguenze della diffusione di queste false informazioni scientifiche possono essere importanti, portando ad esempio una madre a non vaccinare i propri bambini, facendoli ammalare.

Questo tipo di teorie portano quindi a negare evidenze consolidate, come il surriscaldamento globale o il legame tra AIDS e HIV. In base a un’indagine effettuata nel 2013, il 37% degli Americani crede che il surriscaldamento globale sia una bufala, a dispetto del 97% degli scienziati che pongono l’attenzione su questo fenomeno!

Teorie del complotto e conseguenze sociali

Questo fenomeno è studiato anche dal punto di vista psicologico. È stato ad esempio dimostrato che credere in una teoria del complotto aumenta la probabilità di credere anche in altre teorie simili. Ciò è una dimostrazione di pensiero “monologico”, ovvero una tipologia di pensiero che non procede razionalmente per prove e confutazioni su singole ipotesi, ma che cerca di ricondurre tutto al proprio personale sistema di credenze.

Adottando questo stile di pensiero, quindi, tutto viene ricondotto a presunti “nuovi ordini mondiali”, lobby di “illuminati” e padroni segreti della terra che stanno attuando non ben precisati piani di stravolgimento del mondo.

Un nuovo studio pubblicato su Personality and Individual Differences ha indagato invece le conseguenze sociali negative derivanti dal credere nelle teorie del complotto.

I ricercatori hanno condotto un esperimento su 316 adulti, casualmente assegnati a tre condizioni.

Nella condizione di “complotto”, i partecipanti guardavano questo stralcio di un noto documentario il quale suggerisce che l’opinione scientifica sul cambiamento climatico è influenzata da fattori politici ed economici.

Nella condizione “cambiamento climatico”, i partecipanti invece osservavano questo stralcio di un video che sensibilizza al tema.

Infine, nella condizione di controllo, i soggetti svolgevano un compito di enigmistica.

I risultati indicavano che il gruppo che guardava il filmato complottista era più incline a nutrire dubbi circa il consenso scientifico riguardante il riscaldamento globale. Quindi,

Un clip di due minuti è sufficiente a instillare dubbi sulla scienza ufficiale Click to Tweet

Inoltre questo gruppo era meno incline a firmare una petizione online per stoppare il riscaldamento globale, rispetto al gruppo che guardava il filmato sul cambiamento climatico e al gruppo di controllo. La visione del clip determinava quindi effetti anche riguardo ai comportamenti a favore dell’ambiente.

Infine, il gruppo che guardava il filmato complottista era meno incline ad adottare comportamenti pro-sociali nei seguenti sei mesi. In particolare, i soggetti di questo gruppo dichiaravano di essere meno intenzionati a fare donazioni a organizzazioni no-profit e a offrire servizio di volontariato presso enti di beneficenza. In altre parole, il filmato cospirazionista riduceva il senso civico dei partecipanti.

La ricerca dimostra quindi l’esistenza di quello che gli autori chiamano “conspiracy effect” (effetto complotto).

Bisogna quindi credere acriticamente a tutto?

Sulla base di studi come questo, si potrebbe concludere che la strada migliore sia credere acriticamente a qualunque notizia o teoria ufficiale. Non è così. Esiste, infatti, un tipo di scetticismo che potremmo definire “benigno”, ovvero basato su ragionamenti adeguati e sulle prove di evidenza.

È esattamente così che funziona la scienza.

Il senso critico è alla base del progresso scientifico. Ogni ricercatore che si rispetti è scettico per antonomasia, nel senso che prende le teorie attuali come provvisorie e lavora per raffinarle e modificarle. Nello scetticismo benigno, però, si procede per critiche che hanno un fondamento, le quali vengono poi vagliate in base ai dati disponibili o che saranno disponibili in futuro. In altre parole, il corretto modo di procedere criticamente è quello di avanzare una critica per poi verificare se esistono dati sufficienti (e autorevoli) per validarla.

Raccogliere dati autorevoli significa cercare dati da fonti accreditate, non da primo sito internet che Google ci consiglia. Restando in tema di siti web, ecco ad esempio due portali che offrono un costante servizio di smentita delle bufale che quotidianamente imperversano sul web:

Se quindi desidero avanzare uno scetticismo verso il fenomeno del riscaldamento globale, dovrò cercare fonti autorevoli in grado di darmi ragione. Se non le troverò, vorrà dire che il mio scetticismo non aveva fondamento.

In conclusione, la prossima volta che scorrendo la home di Facebook ti ritroverai con un video o un articolo riportante fantasiose teorie del complotto, ricordati del conspiracy effect.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

Per appuntamenti o informazioni:
Studio: Bologna, Via Umberto Giordano 11.
Tel.: 389-0443350
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