La vigoressia, ovvero l’anoressia al maschile

Vigoressia

Solitamente tendiamo ad associare i disturbi alimentari alle ragazze. I principali disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia), infatti, si verificano tipicamente in soggetti di sesso femminile. Alla base di questi disturbi vi è un vissuto alterato relativamente alla propria immagine corpora. Tuttavia, anche gli uomini possono presentare preoccupazioni esagerate rispetto al proprio corpo, sebbene l’ideale da raggiungere sarà diverso rispetto al mito della magrezza delle ragazze anoressiche.

Negli anni ’90, Pope e i suoi colleghi cominciarono a studiare un nuovo fenomeno da loro definito inizialmente anoressia riversa, ora meglio conosciuto come dismorfofobia muscolare vigoressia. Si tratta di un disturbo, a prevalenza maschile, nel quale si persegue ossessivamente un ideale corporeo che (al contrario dell’anoressia) non riguarda la magrezza ma l’incremento della muscolatura e il controllo della propria forma fisica. Non a caso, infatti, ci si riferisce a questa condizione anche con il nome di complesso di Adone, in riferimento ad dio greco simbolo della bellezza effimera.

Cos’è la vigoressia

Questo disturbo si caratterizza per la costante preoccupazione che il proprio corpo non sia in forma e muscoloso, portando la persona a dedicare molte ore al sollevamento pesi, all’esercizio fisico, a porre attenzione eccessiva alla dieta o al guardarsi allo specchio. Alcuni uomini possono diventare così preoccupati per il proprio sviluppo muscolare che arrivano a perdere il lavoro o a rinunciare a relazioni sociali.

È frequente inoltre una spesa eccessiva rivolta all’acquisto di integratori alimentari e (eventualmente) di steroidi anabolizzanti. La preoccupazione per l’immagine corporea può anche creare difficoltà relazionali, per la paura di apparire poco muscolosi.

È comune l’assenza di consapevolezza per il proprio disturbo. Chi ne soffre tende a considerare i propri comportamenti come facenti parte di uno stile di vita sano, per cui difficilmente chiederà aiuto psicologico. Questa difficoltà a chiedere aiuto sembra essere ancora maggiore rispetto all’anoressia, poiché in quest’ultimo caso il disturbo si assocerà a evidenti problemi relativi alla salute fisica, correlati alla drastica diminuzione del peso.

Chi soffre di vigoressia, invece, tenderà a ritenersi perfettamente in salute dal punto di vista fisico. Sappiamo però che la dieta sbilanciata, l’uso di sostanze di accrescimento della muscolatura e l’assunzione esagerata di proteine comportano numerosi problemi dal punto di vista fisico. Tuttavia la semplice conoscenza dei pericoli per la propria salute difficilmente avrà effetto, per il noto fenomeno della dissonanza cognitiva.

La vigoressia, dal punto di vista psicologico, è assimilabile all’anoressia, dal momento che si tratta di un problema inerente il rapporto con la propria immagine corporea. Inoltre si è osservato che molti pazienti vigoressici hanno avuto in passato disturbi dell’alimentazione, e talvolta questi disturbi sono concomitanti.

È tuttora in corso un dibattito scientifico riguardante la classificazione di questo disturbo. Secondo alcuni studiosi andrebbe considerato un sottotipo del disturbo da dismorfismo corporeo, il quale si caratterizza per la preoccupazione eccessiva riguardo ad un difetto fisico, il quale può essere reale o immaginario. Secondo altri, invece, si tratterebbe di una tipologia speciale di disturbo ossessivo-compulsivo.

I fattori che favoriscono l’insorgenza del disturbo sono di vario tipo. In primo luogo occorre sottolineare il ruolo delle variabili socioambientali, dal momento che i media costantemente ripropongono standard di bellezza maschile fortemente orientati alla presenza di un fisico muscoloso e tonico. Le icone sportive possono inoltre rappresentare nell’universo maschile un modello da raggiungere a tutti i costi.

Un altro fattore di rischio è la presenza di stati emotivi negativi, i quali sono a loro volta influenzati da altre variabili psicologiche, come scarsa autostima, insoddisfazione per il proprio corpo e distorsione dell’immagine corporea. Infine, negli individui con vigoressia è presente un alto livello di perfezionismo, il quale alimenta l’ideale del corpo perfetto e diminuisce il grado di soddisfazione personale per il proprio corpo.

Diversi studi hanno rilevato che, a differenza degli individui che praticano normale attività di sollevamento pesi, chi soffre di vigoressia presenta sintomi psicopatologici quali ansia depressione. Questi sintomi sarebbero causati e alimentati dall’eccessiva preoccupazione riguardo al proprio aspetto fisico.

Prevenzione: il ruolo dei personal trainer

I personal trainer possono fornire un valido aiuto iniziale a chi soffre di vigoressia, portando la persona a prendere coscienza del proprio disturbo in maniera meno violenta, e probabilmente meglio tollerata. È importante, quindi, che i personal trainer siano informati su questo disturbo.

Ecco alcune domande che potrebbero aiutare l’allenatore a riconoscere chi soffre di questa patologia:

  • quanto spesso le relazioni con gli altri sono influenzate dalla tua dieta e dai tuoi esercizi?
  • ti assenti spesso a scuola o al lavoro a causa delle tue preoccupazioni riguardo il tuo aspetto fisico?
  • quali accorgimenti intraprendi per evitare di mostrare il tuo corpo agli altri?
  • credi che le preoccupazioni sul tuo fisico influenzino la tua vita sessuale?
  • quanto tempo al giorno spendi per fare gli esercizi?
  • quanto spesso il tuo aspetto ti fa sentire depresso o ansioso?
  • quanta percentuale del tuo stipendio dedichi alla palestra, alla dieta o all’acquisto di sostanze che aiutano la muscolatura?
  • hai qualche volta assunto delle droghe specifiche per l’aumento della massa muscolare?

Sono state proposte, inoltre, alcune tecniche che i personal trainer possono utilizzare per aiutare al meglio l’atleta:

  • rassicurarlo circa l’effetto benefico del parlare dei propri sentimenti;
  • rammentargli che altre persone condividono con lui la stessa preoccupazione per il proprio aspetto fisico;
  • incoraggiarlo a non trarre conclusioni affrettate su cosa gli altri possano pensare di lui;
  • dissuaderlo dalle modalità di pensiero del tipo “tutto o nulla”;
  • rigettare l’idea che la sua immagine corporea negativa non possa essere cambiata;
  • scartare l’assunto che i media e la TV possano indicare come le persone dovrebbero apparire. Ogni persona è un individuo a sé.
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Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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