Omogenitorialità: come cresceranno i figli di coppie omosessuali? La parola alla scienza.

Omogenitorialità

NOTA: QUESTO ARTICOLO VIENE COSTANTEMENTE AGGIORNATO IN BASE ALLE ULTIME RICERCHE PUBBLICATE SULL’OMOGENITORIALITA’

Nella metà degli anni ’70 del secolo scorso, l’American Psychiatric Association e l’American Psychological Association eliminarono l’omosessualità dalla lista dei disturbi mentali, un processo che in realtà di concluse verso la fine degli anni ’80. Nel 1990 è stata a sua volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità a depennare l’omosessualità dalla lista delle patologie. Il motivo di questa scelta fu che non vi erano evidenze a favore del fatto che l’orientamento omosessuale si associasse a disagio psicologico o disturbi mentali.

Se spostiamo il focus sulle famiglie con genitori omosessuali, ci accorgiamo che l’omogenitorialità è spesso mal tollerata, e si tratta di una condizione che talvolta genera indignazione nell’opinione pubblica. Il principale pregiudizio è dato dalla convinzione che i figli di genitori omosessuali abbiano più probabilità di sviluppare disturbi psicologici e di essere vincolati nello sviluppo della propria identità di genere. La convinzione alla base di questo pregiudizio è che la sanità mentale del bambino sia imprescindibile dall’avere genitori eterosessuali.

Ma è davvero così? Per rispondere, occorre dare voce ai numerosi studi effettuati, lasciando che siano questi a illuminarci e a determinare le nostre opinioni in merito. Verranno proposti in questo articolo i risultati di alcune ricerche più rappresentative sull’argomento.

Omogenitorialità: le coppie omosessuali sono buoni genitori?

Un recente studio effettuato da ricercatori dell’Università di Cambridge ha confrontato 41 famiglie con genitori gay, 40 famiglie con genitori lesbiche e 49 famiglie con genitori eterosessuali. I risultati hanno rivelato delle differenze tra le tipologie di famiglie. Tuttavia, queste differenze indicavano un funzionamento più positivo nelle famiglie con genitori gay.

I genitori gay mostravano, rispetto ai genitori eterosessuali, meno livelli di depressione e di stress legati alla genitorialità. I padri gay mostravano un maggior calore e un maggior numero di interazioni nei confronti dei figli. Inoltre, mostravano minore aggressività educativa e maggiore sensibilità. Non vi erano invece differenze tra i genitori gay e i genitori lesbiche. Riguardo ai figli, si rilevava un maggior numero di problemi esternalizzanti (rabbia, comportamenti aggressivi etc.) tra i figli dei genitori eterosessuali.

In precedenza, un altro studio americano del 2010 aveva già rilevato come i genitori omosessuali non differissero dagli eterosessuali riguardo alla capacità genitoriale e all’adattamento psicologico dei figli.

Infine, vale la pena citare i risultati di un ampio studio, pubblicato nel 2015 e condotto su un ampio campione di 44188 soggetti. La ricerca ha indagato il tempo trascorso con i figli in coppie omo- e eterosessuali, rilevando che nelle famiglie con due madri il tempo dedicato ai figli aumentava del 40% rispetto alle famiglie con genitori etero. Il tempo dedicato ai figli riguardava attività utili per la sana crescita fisica e mentale del bambino.

Oltre a quelli citati, vi sono numerosi altri studi giunti agli stessi risultati. Come sottolineato dall’American Psychological Association nel suo report del 2005 sulle famiglie omosessuali,

la ricerca non ha trovato ragioni per credere che madri lesbiche o padri gay siano genitori inadeguati. Al contrario, i risultati della ricerca suggeriscono che i genitori omosessuali hanno la stessa probabilità delle famiglie tradizionali di fornire al bambino un ambiente familiare supportivo.

Come cresceranno i figli di genitori omosessuali?

Possiamo partire da una disamina degli studi sull’argomento, effettuata da alcuni ricercatori scandinavi. Gli studiosi concludono che, in base alle ricerche condotte dal 1978 al 2000, i figli di genitori omosessuali presentano uno sviluppo psicologico tipico.

Stesse conclusioni provengono da una disamina più recente, pubblicata nel 2008. Un recente studio effettuato da ricercatori australiani su un ampio numero di soggetti ha addirittura rilevato che i figli di genitori dello stesso sesso presentano punteggi più alti rispetto a varie misure di benessere psicologico e salute generale.

Bisogna tuttavia sottolineare che crescere in un contesto sociale stigmatizzante o con pregiudizi può interferire negativamente con il sano sviluppo psicologico del bambino. Ciò è stato confermato da uno studio che ha confrontato i figli di coppie lesbiche residenti in Olanda e negli Stati Uniti. I bambini olandesi avevano meno problemi emotivi e apparivano più a proprio agio. Questo risultato è con buona probabilità dovuto alla maggiore apertura dell’Olanda verso le coppie omosessuali.

Uno degli argomenti principali contro l’omogenitorialità riguarda il rischio che il bambino cresca con maggiori vincoli riguardo la propria identità di genere. Ma è scientificamente accertato che i figli di coppie delle stesso sesso saranno con più probabilità omosessuali?

Nel 2004 un team di ricercatori statunitensi ha confrontato 44 adolescenti con genitori omosessuali e 44 adolescenti con genitori eterosessuali. I risultati indicavano che né l’adattamento psicosociale, né l’andamento scolastico, né l’orientamento sessuale sono influenzati dal sesso dei genitori. Questo studio conferma i risultati di molte ricerche precedenti, ad esempio quella svolta nel 1996 da Golombok e Tasker su figli di madri lesbiche e quella del 1997 di Brewaeys e collaboratori.

Merita un discorso a parte lo studio del sociologo Mark Regnerus del 2012, il quale ha provocato molto scalpore. Studiando quasi 3000 soggetti, le conclusioni si discostavano fortemente dagli studi effettuati in precedenza, dipingendo i figli di coppie omosessuali come più propensi al suicidio, alla disoccupazione e al tradimento. Questa ricerca, che ha avuto vasta risonanza tra i media e tra le associazioni anti-gay, è stata però aspramente criticata da altri ricercatori per la metodologia utilizzata, giudicata inadeguata e poco credibile.

Per fare un esempio, Regnerus aveva scelto il gruppo dei figli di genitori omosessuali chiedendo ai figli stessi se il padre o la madre avevano mai avuto rapporti con altre persone dello stesso sesso. In caso affermativo, l’intervistato entrava a far parte del gruppo di figli di genitori gay. È facile intuire che questa modalità di raccolta dei dati è fallace. Difatti nel campione venivano inclusi, ad esempio, detenuti eterosessuali che avevano avuto rapporti con altri uomini in carcere, oppure una prostituta che talvolta si offriva per rapporti con altre donne. La stessa Università del Texas, alla quale afferisce Regnerus, ha recentemente preso le distanze dai risultati del sociologo.

Conclusioni

Da questa breve disamina possiamo concludere che l’opinione comune, la quale ritiene che i figli di genitori omosessuali abbiano più probabilità di sviluppare disagi di tipo psicologico o confusione riguardo l’orientamento sessuale, non è supportata dai dati scientifici.  I figli di genitori omosessuali avranno relazioni con il gruppo dei pari e con gli adulti di entrambi i sessi paragonabili a quelle dei figli di coppie tradizionali.

Come anche sottolineato dall’American Academy of Pediatrics, non è l’orientamento sessuale dei genitori a determinare l’adattamento psicologico del figlio, bensì la qualità del legame genitoriale e la disponibilità di risorse sociali ed economiche. Come si vede, si tratta di caratteristiche assolutamente trasversali rispetto all’orientamento di genere. Sappiamo invece che il benessere dei figli di coppie omosessuali può essere negativamente influenzato dallo stigma e dai pregiudizi presenti in molte società occidentali.

Per approfondire ulteriormente l’ambito degli studi scientifici sull’omogenitorialità, ti consiglio la lettura del recente libro Omogenitorialità. Famiglie con genitori gay o lesbiche: studi e ricerche.

Omogenitorialità

Il testo rappresenta una rassegna aggiornata sull’omogenitorialità, presentando studi quantitativi e qualitativi sul tema. Lettura fondamentale, quindi, per andare oltre gli stereotipi e le ideologie e farsi un’opinione ragionata su questo argomento, così dibattuto nella società contemporanea.

Leggi la bibliografia degli studi
  • Anderssen, Amlie, Ytteroy (2002).  Outcomes for children with lesbian or gay parents. A review of studies from 1978 to 2000. Scandinavian Journal of Psychology, 43, 335-351.
  • American Psychological Association (2005). Lesbian & gay parenting. Disponibile all’indirizzo: http://www.apa.org/pi/lgbt/resources/parenting-full.pdf
  • Bos et al. (2008).  Children in planned lesbian families: a cross-cultural comparison between the United States and the Netherlands. American Journal of Orthopsychiatry, 78, 211-219.
  • Bos, van Balen, van Den Boom (2004).  Experience of parenthood, couple relationship, social support, and child-rearing goals in planned lesbian mother families. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 45, 755-764.
  • Crouch et al. (2014). Parent-reported measures of child health and wellbeing in same-sex parent families: a cross-sectional survey. BMC Public Health.
  • Farr, Forrssel, Patterson (2010). Parenting and child development in adoptive families: Does parental sexual orientation matter? Applied Developmental Science, 14, 164-178.
  • Golombok et al. (2014). Adoptive gay father families: Parent–child relationships and children’s psychological adjustment. Child Development, 85, 456-468.
  • Golombok, Tasker (1996). Do parents influence the sexual orientation of their children? Findings from a longitudinal study of lesbian families. Developmental Psychology, 32, 3-11.
  • Prickett, Martin-Storey, Crosnoe (2015). A research note on time with childern in different- and same-sex two-parent families. Demography, 52, 905-918.
  • Regnerus (2012).  How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study. Social Science Research, 41, 752-770.
  • Wainright, Russell, Patterson (2004).  Psychosocial adjustment, school outcomes, and romantic relationships of adolescents with same-sex parents. Child development, 75, 1886-1898.

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Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

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