Smettere di auto-sabotarsi: 8 consigli per favorire l’autoaccettazione

auto-sabotaggio
La follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi
(Einstein)

Per molti di noi, l’autoaccettazione è un obiettivo difficile da ottenere. In momenti particolarmente difficili, quando ci rimproveriamo per i nostri errori o per le nostre debolezze, l’autoaccettazione vacilla.

La ricerca ha rilevato che una bassa autoaccettazione può avere una serie di conseguenze sul piano psicofisico, dal momento che è correlata ad ansia, depressione, intolleranza allo stress, senso di inadeguatezza e di insoddisfazione per noi stessi e per la propria vita.

Se non l’hai ancora fatto, in questo articolo potrai approfondire i concetti di autoaccettazione e autocompassione e valutare tramite un test il tuo grado di flessibilità psicologica nell’accettare le tue emozioni e i tuoi pensieri.

Nei casi in cui risulta difficile favorire autonomamente il processo di autoaccettazione, la strada migliore per prendersi cura di noi stessi è quella di consultare uno psicologo. Un percorso psicologico ben fatto permetterà infatti di sperimentare nuove modalità di relazionarci con noi stessi e con la nostra vita interiore, aprendo nuove strade al cambiamento e permettendo alla nostra vita psicologica di non essere un ostacolo ma un alleato.

Fortunatamente, infatti, l’autoaccettazione si può acquisire o migliorare tramite opportune mosse psicologiche.

8 consigli favorire un atteggiamento di autoaccettazione

1# Comincia con un’intenzione. Il primo passo per iniziare un processo di maggiore autoaccettazione è quello di stabilire un’intenzione a cambiare prospettiva riguardo al proprio modo di vivere la propria vita psichica. Stabilisci l’intenzione che una vita con più autoaccettazione è migliore di una vita in cui ci si auto-disprezza. In questo modo poserai il primo, imprescindibile sasso per iniziare un cambiamento in questo senso;

2# Inizia ad apprezzare i tuoi punti di forza. Generalmente tendiamo a porre attenzione alle nostre carenze e alle nostre debolezze, più che ai nostri punti di forza. Prova a capovolgere questa visione: fai una lista dei tuoi aspetti positivi. Puoi iniziare da semplici aspetti, come “Sono una persona altruista”. Vedrai che col tempo (non appena il tuo atteggiamento nei confronti di te stesso inizierà a cambiare) la lista aumenterà. Tieni la lista sempre con te, rivedila spesso, aggiungi degli aspetti, rileggila;

3# Considera le persone intorno a te, chiedendoti chi, tra queste, impedisce (direttamente o indirettamente) la tua autoaccettazione, favorendo invece i tuoi pensieri negativi su te stesso. Prova a distanziarti da queste persone, circondandoti invece di persone che credono in te e ti accettano;

4# Smetti di confrontarti con gli altri. In genere noi osserviamo solo la parte esteriore degli altri (quella che ci è dato vedere), sembrandoci migliore della nostra. È un’illusione, ricordalo. D’altro canto ognuno di noi, alla domanda “Come va?”, difficilmente risponde “Uno schifo”, oppure “Bene ma potrebbe andare meglio”. Tendiamo sempre a mostrare la parte migliore di noi stessi agli altri;

5# Zittisci le tue auto-critiche. I nostri errori e le nostre imperfezioni sono ciò che ci rende umani: impariamo a trattare con rispetto anche i lati di noi stessi che non ci piacciono. In quest’altro articolo proponevo una semplice domanda da fare a noi stessi per favorire un atteggiamento più auto-compassionevole: “Tratteresti un tuo amico come tu tratti te stesso?”. In altre parole, nel momento in cui la tua auto-critica è particolarmente spietata, portandoti a fare pensieri del tipo “Sono un incapace”, “Come al solito ho sbagliato tutto”, etc., chiediti se le stesse cose le diresti a un tuo caro amico. Inoltre, cerca di abbandonare il concetto di perfezione (“Devo essere perfetto”, “Non devo mai sembrare cattivo”, “Non devo mai arrabbiarmi”…) e abbraccia quello di sufficientemente buono (“Sono stato sufficientemente generoso?”, “Sono stato sufficientemente gentile con lui?”…);

6# Tieni a mente una serie di frasi compassionevoli verso te stesso, ad esempio “È un momento di sofferenza”, “La sofferenza è parte della vita”, “Posso essere gentile con me stesso in questo momento?”, “Posso darmi la compassione di cui ho bisogno?”;

7# Compi atti caritatevoli verso gli altri. È molto più difficile mantenere l’idea negativa che abbiamo di noi stessi dopo aver constatato quanto una nostra azione ha aiutato un’altra persona;

8# Adotta un atteggiamento più gentile nei confronti di te stesso. Essere auto-compassionevoli non significa accettarsi nonostante i propri difetti, ma grazie ai propri difetti. Accetta le debolezze e le fragilità come caratteristiche dell’esistenza umana.

Ti segnalo inoltre quest’ottimo libro di uno dei padri delle tecniche di autoaccettazione.

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Si tratta di un libro di autoaiuto che, in maniera semplice ed efficace, ti guiderà verso l’adozione di un atteggiamento più salutare nei confronti di te stesso.

Chi sono

dott. Andrea Epifani - Psicologo Bologna

Sono psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e dottore di ricerca.

Oltre a lavorare nel mio studio privato a Bologna, sono professore universitario a contratto di "Psicologia clinica" presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Le mie aree di intervento riguardano principalmente i vari disturbi d'ansia (attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, fobia sociale...), i disturbi dell'umore e le problematiche relazionali.

Per appuntamenti o informazioni:
Studio: Bologna, Via Umberto Giordano 11.
Tel.: 389-0443350
Mail: andreaepifani@gmail.com
Sito: http://BolognaPsicologo.net

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